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31 SCUDI PER UN GUERCINO

By on Novembre 25, 2024 0 3 Views

Era il 26 novembre del 1629 quando, sul libro dei conti, Paolo Antonio Barbieri (fratello del Guercino), annotava “Dal Signor Marco Antonio Chiarelli si è ricevuto, per la Madonna fatta alli MM. RR. Cappuccini di Cento, posta nel suo coro, Scudi 31”

Commissionata da Antonio Chiarelli per il coro della Chiesa della SS. Trinità dei Cappuccini di Cento, è un’opera ritenuta importantissima perché attesta la transizione artistica di Guercino dal naturalismo giovanile verso i canoni estetici dell’ideale classico.

Nel dipinto una giovane Maria, nel suo ruolo di tramite fra Dio e uomo, è raffigurata come una madre affettuosa che osserva serenamente il proprio bambino e ne sostiene delicatamente il braccio nell’atto di benedire. Il Guercino riesce a conferire alla scena una forte intimità e un’affettuosa complicità, la luce fa emergere i corpi dallo sfondo, sottolineando il movimento lieve dei panneggi e i volti nobili e idealizzati. Sortisce effetti raffinati il particolare del vetro rotto della finestra, da cui sbuca un ritaglio di cielo.

Le indagini riflettografiche hanno indicato come, in un primo momento, Guercino dipinse un ampio e suggestivo paesaggio alle spalle della Vergine, solo in un secondo momento scelse di sostituirlo con il muro della stanza che vediamo oggi.

Volfgang Goethe, in occasione del noto Viaggio in Italia, fermandosi a Cento il 17 ottobre del 1786, annota solo tre quadri del Guercino che avevano colpito la sua fantasia, tra cui questa «Maria che accompagna il Bambino al braccio, in piedi innanzi a lei e rivolto a chi guarda, nell’ atto di benedire con le dita alzate. Pensiero felice nello spirito della mitologia cattolica».

Il dipinto non sfuggì ai raffinati conoscitori napoleonici incaricati delle requisizioni nella nostra zona, i quali, nel 1796, provvidero alla rimozione dell’opera ed alla successiva spedizione a Parigi, rientrerà a Cento nel 1816.

Grazie ad Andrea Gilli per la puntuale ricostruzione storica.

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