40 ANNI FA L’ AGGRESSIONE A DUE OPERATORI DELLA USL DI CENTO
Con Andrea Gilli ripercorriamo un fatto di cronaca che, 40 anni fa, colpi la nostra comunità.
Era il 13 agosto del 1984 quando due dipendenti dell’Unità Sanitaria Locale n. 30 in Cento ed operatori del Servizio di Igiene mentale ed assistenza psichiatrica, vennero violentemente aggrediti con un piccolo macete.
A M, così si chiama il giovane, all’epoca poco più che ventenne assistito dall’Asl per originalità del suo comportamento, accentuatosi alla morte del padre, che alternava lunghi momenti di lucidità a perdite di controllo, e vere entrate in escandescenza, pare avesse già fatto sapere di non gradire le visite domiciliari che lui interpretava come un modo per “dargli del matto”. Saputo della imminente visita dei sanitari, sbarro’ il passo che conduceva alla sua abitazione con un attrezzo agricolo così da obbligare l’infermiere, M C, e la dottoressa, L M, ad abbandonare il veicolo. I sanitari quindi arrivarono all’abitazione del paziente a piedi, subendo indifesi nei pressi dell’ingresso di casa del paziente, la sua aggressione. Brandendo un’arma da taglio il giovane sferrò violenti colpi prima verso l’infermiere poi, rincorrendola, verso la dottoressa. Sbollita l’escandescenza rientrò in casa dove telefonò ai carabinieri denunciando che “un matto aveva ucciso due persone”, aspettò pazientemente l’arrivo delle forze dell’ordine e al loro arrivo consegnò loro l’arma e si autodenunciò per il fatto.
Giunti i soccorsi nulla poterono per l’infermiere che da lì a poco spirò in ospedale.
La dottoressa, invece, fu sottoposta ad un delicato intervento dall’equipe del prof. Londei che riuscì perfettamente.
in foto il Casolare Teatro del drammatico fatto come si presenta oggi