CISPADANA, CASA ABBATTUTA DOPO LA RICOSTRUZIONE POST SISMA. LA LEGA INTERROGA LA REGIONE
Alberone. Franco Bastia, 66enne di Alberone di Cento, dopo 4 anni in un container, rischia di non poter mettere piede nella sua abitazione di via Colombarina Imperiale 26, faticosamente risorta dalle macerie provocate dalle scosse: gli abbattono la casa, appena ricostruita dopo il sisma, per far passare la Cispadana, e 520mila euro di contributo post terremoto finisce in fumo.
La Lega Nord – per iniziativa del capogruppo Alan Fabbri – porta in Regione il caso: “Comune e Regione non potevano non sapere, di tracciati si parla dal 2011. Sono fatti di una gravità inaudita, il disagio e il dolore di Bastia pesano sulla coscienza del Pd”, attacca Fabbri che alla giunta regionale chiede di “riferire in consiglio sul caso” e di “intraprendere tutte le azioni utili a stoppare l’esproprio della casa”, per “tutelare chi vi abita”. “Delle scuse sarebbero doverose. Oltre al danno al cittadino, assistiamo a un enorme spreco di denaro pubblico. Parliamo di cifre ingenti.”
“L’intera operazione rischia di mandare a monte oltre un milione di euro di denari pubblici. E questo lo si poteva evitare fin da subito. La responsabilità va addebitata, in primis, al Comune di Cento, e alla Regione, che non si è posta il problema della ricostruzione unita al tracciato della Cispadana”, dice
Fabbri.
“E’ dal 2011 che i cittadini mettono in guardia Comune e Regione sui rischi del tracciato. Puntualmente il Pd ha optato per il percorso peggiore, che passa sopra le case. E il sindaco Lodi non dica che non sapeva. La situazione attuale è frutto dell’indifferenza e della superficialità di Comune e Regione, due enti che mostrano di non aver mai dialogato e che agiscono per compartimenti stagni, e di un governo che – nonostante conti un ministro ferrarese, Franceschini – ha deciso sulla testa delle persone”.