LA COLLEGIATA DI SAN BIAGIO VENNE CONSACRATA IL 21 OTTOBRE
Era il 21 ottobre 1764 quando, ad opera del cardinale Vincenzo Malvezzi, arcivescovo di Bologna e principe del S.R.I., veniva inaugurata l’attuale Collegiata di San Biagio
La più antica testimonianza relativa alla chiesa di S. Biagio è una lapide in laterizio murata nel secondo pilastro a destra dell’altar maggiore, datata al 1045. Da essa risulta che Adalfredo, vescovo di Bologna, nel 1045 consacrò la chiesa e l’altare ai santi Biagio e Severino, dei quali si erano ivi raccolte le reliquie.
Il padre Ab. Trombelli ne «L’arte di conoscere l’età dei codici» cap. 3 pag. 6, interpreta così l’iscrizione: «Venerabilis Pater et Dominus Hidelfridus Episcopus Bononiensis Hanc Ecclesiam et Altare consecravit ad Honorem et laudem Dei et Sanctorum Blasi et Severini Episcoporum et Martirum quorum reliquiae hic reconduntur. Tempore Gregorii Papae et Guidonis Rectoris. Ann. MXXXXV quinto Idus Maij per indictionem XIII».
“Il venerabile padre e signore Adalfredo vescovo di Bologna consacrò questa chiesa ed altare in onore e lode di Dio e dei santi vescovi e martiri Biagio e Severino, le cui reliquie qui si custodiscono. Al tempo del papa Gregorio e del rettore Guidone. Nell’anno 1045, undici maggio, indizione 13”
È tuttavia da ritenersi che già da alcuni secoli esistesse una cappella o oratorio dedicato a questi santi, dipendente dalla parrocchiale o matrice che era la chiesa di S. Maria della Pieve; non si ha però alcuna notizia relativa alla costruzione architettonica di questa prima chiesa.
Dato che la Terra di Cento aumentava gradatamente di importanza nei riguardi della Terra di Pieve, nel 1378 il cardinale Filippo Caraffa, vescovo di Bologna, con decreto «Sanctorum Canonum conditores» separò i due territori e le relative chiese, concedendo a S. Biagio il titolo di matrice e stabilendo che fosse eretto in essa un fonte battesimale. I rettori-parroci di S. Pietro di Cento, di Malacompra (ora Buonacompra), di Renazzo e Corpo di Reno riconobbero spontaneamente la loro dipendenza da San Biagio.
Naturalmente i pievesi si opposero e ne nacque una controversia che si trascinò per parecchi anni; lo stesso papa Bonifacio IX intervenne con suo Breve del 23 febbraio 1392, confermando ai centesi il privilegio del sacro fonte; infine il Cardinal Zabarella decretò che nella chiesa di S. Biagio restasse il battistero, con l’onere al comune di Cento di pagare all’arciprete e canonici di Pieve una pensione a titolo di indennità di lire 300.
Terminata tale contesa, nel 1395 i centesi provvidero ad ampliare il loro tempio, che fu ultimato nel 1409. Era di stile gotico, ad una sola navata molto ampia e adorna di un bellissimo coro. Grande fu il fervore religioso che accompagnò i lavori; se ne ha testimonianza da una lapide, ora dispersa, che fu posta nel coro, riportata dal Monteforti.
Tale chiesa fu dedicata al solo S. Biagio, poiché il nome dell’altro protettore S. Severino non compare più fin dal secolo XII.
Nel 1566 la chiesa fu ampliata con l’aggiunta di una navata laterale con arcate a volta dalla parte dell’Epistola; in tal modo vennero erette diverse cappelle. Nella chiesa non esisteva un altare dedicato al Santo Protettore; si aveva di lui soltanto una statua che lo raffigurava benedicente in abiti pontificali. Ma non avendo altare proprio, stava esposto in una nicchia che si apriva nella navata laterale e veniva collocato sull’ altar maggiore solo nel giorno della sua festa e nell’ottava successiva.
Tale costruzione rimase praticamente immutata fino al 1729, anno in cui la chiesa crollò. Inspiegabilmente le fonti si limitano a un semplice accenno del pur grave avvenimento.
Da pochi mesi era divenuto arciprete Girolamo Baruffaldi, il quale curò che l’officiatura fosse trasportata al Rosario. La spesa per la ricostruzione della chiesa di S. Biagio risultò maggiore del previsto, per cui il comune di Cento ricorse al papa Benedetto XIV ed ottenne che a questo scopo fosse devoluta la eredità del nobile Lorenzo Righetti; questi aveva disposto che con tale somma si erigesse in Cento un vescovado o, se ciò non fosse stato possibile, si istituissero quattro scuole a livello universitario: di grammatica, legge, filosofia e medicina. Da tali notizie possiamo arguire che la somma doveva essere ingente. Lo stesso Pontefice decise inoltre che si devolvesse alla ricostruzione della chiesa anche un notevole legato che il concittadino Carlo Aurelio Dondini aveva fatto a favore della Compagnia del Sacco.
Il disegno e la direzione della nuova chiesa furono affidati al bolognese Alfonso Torreggiani, che fu architetto barocco elegante e di grande vivacità decorativa.
Il 9 ottobre 1742 si pose la prima pietra angolare e due anni dopo, benché non fossero ancora terminati i lavori, la nuova chiesa fu solennemente benedetta da mons. Felice Lattanzio Sega, vescovo deputato in Bologna da Benedetto XIV.
Terminata nel 1763 la costruzione della torre, il Cardinal Vincenzo Malvezzi, arcivescovo di Bologna, il 21 ottobre 1764 procedeva alla solenne consacrazione della chiesa di S. Biagio. È questa la chiesa che sussiste tuttora.
grazie ad Andrea Gilli per le notizie storiche