IL 9 LUGLIO E’ DATA CHE RICORDA S. ELIA FACCHINI…perseguitato in Cina morì pronunciando: “e adesso il cielo!”
Il 9 luglio è la memoria liturgica del martirio di S. Elia Facchini, partito da Reno Centese per dare testimonianza del Vangelo, come frate e sacerdote francescano, in Cina; cadde sotto la spada dei Boxers, guidati dal persecutore Jü-sien.
Elia nacque il 2 luglio del 1839 a Reno Centese da Francesco Facchini e Marianna nata Guaraldi, lo ebbero dopo due sorelline e al battesimo gli diedero il nome di Giuseppe Pietro.
Giuseppe Pietro Facchini, dopo aver ricevuto i primi rudimenti scolastici nella scuola parrocchiale, frequentò le scuole liceali e quelle del seminario di Finale Emilia, come alunno esterno. A diciannove anni il 1° novembre 1858 vestì l’abito francescano nel convento delle Grazie presso Rimini, appartenente alla provincia religiosa di Bologna, assumendo il nome di Elia.
Il 18 dicembre 1864 fu ordinato sacerdote. Nel 1866 chiese e ottenne, dal Ministro Generale padre Raffaele Lippi da Pontecchio Marconi, di recarsi nelle missioni della Cina, preparandosi allo scopo a Roma nel Convento di san Bartolomeo all’Isola Tiberina. Nell’ottobre 1867 partì da Marsiglia alla volta della Cina.
Nell’aprile del 1868 giunse a Tayuanfu. L’anno seguente fu incaricato della cura pastorale delle comunità cristiane di Tatung. Nel febbraio 1872 fu richiamato a Tayuanfu, e nel marzo gli fu affidato l’ufficio di rettore del seminario, dove insegnò lettere e teologia.
Partecipò come segretario ai due sinodi regionali del vicariato, del 1880 e 1885, e al 3° sinodo dello Shensi. Nel 1893 fu nominato superiore e maestro dei novizi nel convento di Tun-el-Koun, eretto da mons. vescovo Gregorio Maria Grassi.
L’11 settembre 1893 fu inviato nel nuovo convento francescano di Tungerhkow. Il 7 dicembre seguente il decreto di erezione canonica del convento e del noviziato per i nativi nominò padre Facchini vicario del convento, rettore del piccolo seminario e responsabile del locale orfanotrofio. L’incarico gli fu rinnovato il 25 settembre 1896. Il 3 settembre dell’anno seguente fu richiamato a Taiyüan per assumere nuovamente la direzione e l’insegnamento nel seminario maggiore, poiché il rettore e amico padre Francesco Fogolla doveva recarsi all’Esposizione internazionale di Torino insieme con quattro seminaristi. Dopo un anno e mezzo, ceduto nuovamente il rettorato a padre Fogolla, continuò l’insegnamento in seminario fino al giugno del 1900.
Nel 1900 scoppiò la ribellione xenofoba dei Boxers, che si concretizzò non solo in atti di violenza contro gli stranieri ma anche contro i cinesi convertiti al cristianesimo.
Al primo segnale della strage dei cristiani, cominciata la sera del 27 giugno 1900, padre Facchini rimase nella residenza. Il giorno seguente, obbedendo agli ordini del vicario apostolico mons. Grassi, cercò di allontanarsi da Tayuanfu su un carro. Fu catturato e fu condotto prima dal sottoprefetto, poi dal prefetto e infine dallo stesso viceré, Yü Hsien, e da lui rinviato al sottoprefetto, e solo a tarda sera riuscì a tornare sfinito nella sua residenza. Verso la mezzanotte del 5 luglio insieme con alcuni compagni fu trasportato in un albergo mandarinale sito al vicolo della Pace celeste, T’ien-p’ing hsiang. Di là, il giorno 9 luglio, assieme a due seminaristi fu trattenuto qualche tempo nella sala degli ospiti alla fine fu portato in carcere e quindi subito condotto al tribunale del viceré, dove era appena terminato il massacro dei suoi compagni, e qui ucciso a colpi di sciabola, spirò pronunciando le parole “e ora al cielo!”
Il 1° ottobre 2000, nell’anno del Grande Giubileo, è stato solennemente Santificato dal Santo Padre Giovanni Paolo II.
in foto: Statua di sant’Elia Facchini, opera di Luigi Enzo Mattei, collocata poco distante dall’ingresso alla chiesa di S. Anna di Reno Centese
Grazie ad Andrea Gilli per il prezioso contributo storico