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GUERCINO: UN CAPOLAVORO CHE PRESTO RITORNERA’ IN PINACOTECA

By on Settembre 10, 2023 0 178 Views
Dal Libro dei Conti, data del 10 Settembre del 1634…. “Dal Sig. Nicolò Guerrini di Cento si è ricevuto ducatoni 20. per averli accomodato il quadro della cattedra posto in san Biagio, il quale era in qualche parte roinato, fanno detti denari = scudi 27.”
 
Eseguita par un altare della chiesa di San Biagio, l’opera intende rappresentare la trasmissione del potere spirituale da Cristo a san Pietro giustificandone il primato su cui si basa tutta l’autorità papale; Gesù consegna a San Pietro le chiavi d’oro (allusione al potere sul regno dei cieli) e d’argento (simbolo dell’autorità spirituale del papato in terra) e insieme gli indica il trono (la cattedra), mentre un angelo è pronto ad offrirgli il triregno, la tiara papale.
 
La documentazione più antica in merito all’ opera è fornita da Giovanni Battista Pasqualini che, nel 1624, esegue un’incisione in controparte del quadro, dedicata, nel primo stato, a Filippo Aldrovandi e nel secondo stato a Francesco Giglioli. É nota inoltre un’altra stampa del Pasqualini non datata, più piccola e con vistose varianti rispetto alla prima, dedicata ad Ercole Dondini, arciprete di San Biagio dal 1590 al 1621.
 
Una seconda testimonianza dell’opera è del fratello del Guercino, Paolo Antonio Barbieri, sul libro dei conti inerente al ritocco accennato sopra.
 
La notizia di questo ritocco è considerata di particolare importanza, dato che fornisce una spiegazione dello stile della testa del Cristo, che appare del tutto incoerente col resto del quadro, eseguito parecchi anni prima.
 
Stanti le ultime indagini diagnostiche realizzate dal Dipartimento di Beni Culturali dell’Alma Mater Studiorum Università di Bologna, grazie all’ analisi con luce infrarossa si è potuto constatare che in effetti il Guercino non si limitò a ritocchi delle parti guastate, ma, probabilmente su richiesta della stessa committenza, abbia rinnovato interamente la tipologia del Cristo, secondo un canone più confacente ai nuovi gusti del tempo; più in dettaglio, “Ricostruisce la parte superiore destra della tela, realizzando braccio e ala dell’angelo, che poi ricopre con il drappeggio, riduce la capigliatura dell’angelo e rielabora la spalla di quello accanto, di cui ripensa la mano, dipingendo inizialmente il pollice aderente alle dita, quindi direzionato verso l’alto, mentre le altre vengono allungate.”
 
L’opera non sfuggì ai commissari francesi incaricati delle requisizioni, i quali, nel luglio del 1796, provvidero alla rimozione della tela ed alla sua spedizione a Parigi, dove venne dapprima restaurata e rifoderata quindi esposta al Musée du Louvre. Restituita alla città di Cento nel 1816, per qualche giorno viene esposta nella collegiata di S. Biagio e quindi sistemata nell’oratorio del Rosario fino al 1839, anno dell’inaugurazione della Pinacoteca Civica.
 
Alessandro Candi, su commissione del Comune di Cento, nel 1842 eseguì una copia dell’opera ancor oggi collocata sull’altare del Santissimo Sacramento nella chiesa di San Biagio di Cento.
 
Guercino [1591-1666]
San Pietro riceve le chiavi da Cristo (La cattedra di San Pietro) [1618]
Olio su tela, cm 378 x 196 – Presto (quasi certamente) sarà di nuovo visibile in Pinacoteca Civica il Guercino di Cento
 
DA NOTARE:
Curioso l’errore riconoscibile nell’angelo dalle braccia conserte, osservando con attenzione si nota che il piede che si scorge a fianco del trono, che dovrebbe essere, seguendo la figura, un sinistro appartiene in realtà all’anca destra, questo potrebbe indurci al pensiero che il maestro sia stato aiutato da un allievo nella realizzazione dei personaggi secondari.
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