DIDACO TANGERINI: VERO DEPOSITARIO DEL DIALETTO CENTESE!
Domenica 8 Gennaio 2012, a casa propria, in via Campagnoli a Cento, all’età di 87 anni, veniva a mancare Didaco Tangerini: uno degli ultimi depositari del vero dialetto centese e gran cultore di storia locale.
Andrea Gilli disegna un quadro di questo personaggio cui si devono tantissime trascrizioni a tutela della nostra storia e del nostro dialetto…
“Didaco era schivo alla ribalta, di lui e della sua vita privata e professionale si sa ben poco. Nato a Cento nell’ottobre 1924 da Ugo e Linda Ansaloni ha da subito manifestato infinito amore per la lettura ed il fumetto sia italiano che straniero, soprattutto americano.
Fu fondatore, consigliere e socio onorario dell’Associazione turistica Pro Loco di Cento (per tanti anni, la mattina, era Didaco a aprire la piccola sede dell’Associazione in Piazza del Guercino).
Appassionato e competente cultore delle tradizioni più autentiche e radicate da sempre si era cimentato in opere letterarie scritte in dialetto con una densa e varia attività creativa: “Zirudelle” per varie occasioni, alcuni “testamenti di Tasi”, cinque commedie teatrali:
“a ca’ da Bièsi al dé éd sàn Martén” (1973)
“A se gh’sént ala Ròca” (1974) basata sulla vicenda della Bella Rosa di Cento
“Un matrimòni sòt i cóp” (1978)
“Siv vó Tasi?” (1979)
“…mó la zènt ‘sa dìsla?”(1985)
opere di varia cultura e ricerca:
Zènt e la Piv. – lìt tra parént (1982 )
Zènt e maj pjò Zènt – racconti centesi (1988)
Grammatica del dialetto centese (1995)
Vocabolario italiano-centese (2000)
Profondo era il legame per la sua terra, la sua città e la sua gente di cui ne ricercava e studiava con passione le origini e le tradizioni, questa sua passione per la storia lo portò a pubblicare la collana dei Quaderni Centesi: 38 “opuscoli” editi dalla Pro Loco di Cento che, attraverso racconti e avventure, ritraggono Cento nei suoi tratti storici.
Testimonianza del suo grande amore per Cento è stata la sua ultima opera “… Adio Zènt !” da considerarsi quale testamento culturale, da lui lasciato, all’intera comunità locale”.