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CELEBRAZIONI DEL 25 APRILE A CENTO

By on Aprile 26, 2017 0 1316 Views
Il 72° anniversario della Liberazione è stato celebrato con cerimonie in tutti i centri del territorio comunale centese: nel capoluogo, accompagnata dalla banda ‘Giuseppe Verdi’ di Cento, ad Alberone, Buonacompra, Casumaro, Corporeno, XII Morelli, Renazzoe Reno Centese.
Eventi commemorativi accompagnati dalla Colonna delle Libertà, la manifestazione storico rievocativa che ha base quest’anno a Cento, dalla mostra ‘Un’idea per la Libertà’, che a Palazzo del Governatore espone i bozzetti del concorso a cui hanno partecipato i ragazzi della III G e III H dell’Istituto ‘F.lli Taddia’, e dalla mostra diffusa, organizzata dall’Anpi in collaborazione con il Tavolo dei Giovani – Comune di Cento, che ha proposto tavole realizzate dal disegnatore e autore di graphic journalism Gianluca Costantini.
Particolarmente suggestivi i cortei con deposizioni di corone ai monumenti ai caduti di tutti i centri.
Il sindaco Fabrizio Toselli ha rimarcato il valore della memoria. «La memoria è da coltivare – ha affermato -: non è per sempre, ma è una scelta consapevole e precisa. È un dovere morale ricordare il sacrificio di quanti ci hanno portato fin qui, di quanti si sono battuti in nome di quei valori di libertà, giustizia, eguaglianza e democrazia su cui si basa la nostra Carta Costituzionale. E al ricordo dobbiamo associare il sentimento della profonda riconoscenza per chi ha combattuto la Resistenza, senza dimenticare il contributo dei militari italiani nella lotta di liberazione. La storia del 25 aprile è la storia di un grande atto di orgoglio e riscatto nazionale, a cui diedero il loro contributo, con diverse modalità, molte persone, trasversalmente. Per questo quindi la libertà e la democrazia devono essere valori condivisi e unificanti».
Un pensiero speciale ai giovani. «Abbiamo il compito di spingerli a vivere con spirito critico, di coinvolgerli e responsabilizzarli, di sostenerli nella conoscenza delle proprie radici. I nostri giovani devono sapere che in fondo non è lontano il tempo in cui gli italiani – e gli europei – hanno conosciuto i totalitarismi, la privazione della libertà e l’oppressione, devono comprendere che uguaglianza, democrazia e giustizia sono state conquistate anche a costo dell’estremo sacrificio di tante persone e che continua a essere necessario difenderle e custodirle».
Infine, l’invito a sostanziare dei valori democratici la propria azione quotidiana: «grazie a partecipazione e impegno, a coesione e difesa dei propri ideali, al senso di appartenenza e al cammino condiviso: un cammino di comunità, che ha l’obiettivo primo del bene comune».
Accanto al sindaco Luca Alessandrini, direttore dell’Istituto storico ‘Parri’ di Bologna. «Dobbiamo ridare realtà al 25 aprile, che ci ricorda le ragioni profonde, intime e strutturali, della nostra democrazia, della scelta di vita democratica che l’Italia ha compiuto in un momento di estrema difficoltà, occupata e retta da un governo totalitario – ha sottolineato -. In queste dure circostanze abbiamo saputo – come in altre parti d’Europa – costruire le ragioni di una convivenza democratica. Dove la democrazia è anche luogo in cui i conflitti della società cercano una ricomposizione».
Poi la riflessione sulla Resistenza, «con i partigiani, con le forze armate e con le sue diverse forme». «La Resistenza ha messo insieme le idee più diverse: non in un’unità astratta, ma nel tentativo tra diversi di trovare dei punti di comunione e costruzione comune. Che abbia funzionato al meglio è evidente nella stagione costituente, in cui forze diverse si sono composte in un progetto di democrazia che tenesse conto non solo dell’uguaglianza giuridica, ma anche della necessità di una profonda riforma sociale perché la convivenza potesse essere giusta. La festa di oggi ci richiama a quello spirito attivo e volontaristico che anima la capacità di insorgenza italiana contro l’ingiustizia interna e esterna. Usciamo dunque da questa giornata con l’idea che la Resistenza è di tutti: tutti coloro i quali cercano davanti alle nuove crisi di uscire valorizzando la partecipazione democratica».
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