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FRODONO IL FISCO PER OLTRE 1,5 MILIONI DI EURO: SEQUESTRATI BENI PER 700 MILA EURO A DUE IMPRENDITORI CINESI.

By on Luglio 17, 2017 0 1119 Views
Nell’ambito di un’indagine diretta dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Bologna, la Tenenza della Guardia di Finanza di Cento, coordinati dal comandante Maurizio Verdini ha sequestrato beni per un valore complessivo di circa 700.000 Euro – fra cui un immobile ad uso abitativo, un capannone, un’auto, due furgoni e conti correnti – riconducibili a due imprenditori cinesi accusati di frode fiscale.
Il provvedimento è stato emesso dal Tribunale felsineo su richiesta del Sostituto Procuratore della Repubblica del capoluogo – Dr. Claudio Santangelo.
I sequestri sono stati eseguiti nella città del Guercino, Bologna e San Giovanni in Persiceto, nei confronti di due coniugi di nazionalità cinese. A quest’ultimi sono infatti
risultati riferibili i beni e le aziende manifatturiere, operanti nel settore tessile, attraverso le quali sono stati perpetrati gli illeciti consistiti, fra l’altro, nell’ emissione di 2,5 milioni di Euro
di false fatture per un’evasione complessiva di imposta pari a circa 1,5 milioni di Euro.
L’attività investigativa che ha condotto all’ emissione del provvedimento di sequestro trae origine da una verifica fiscale effettuata nei confronti di un’azienda manifatturiera del
centese.
Le risultanze investigative, hanno consentito di accertare che il titolare di diritto dell’azienda era un mero prestanome al quale i predetti coniugi cinesi avevano fittiziamente intestato le quote della manifattura per poter agire nell’ anonimato.
La frode era realizzata con l’utilizzo strumentale di ulteriori imprese attive nel settore tessile, ubicate nel centese e nel bolognese; ciò consentiva ai coniugi cinesi di “gestire” a
piacimento il volume d’affari delle proprie aziende, compensando arbitrariamente le imposte dovute attraverso false fatture e non facendo emergere, in tal modo, l’obbligo di
versare le imposte nelle casse dello Stato.
Dallo sviluppo delle movimentazioni dei conti correnti esaminati è stato possibile scoprire non solo la frode delineata ma anche un complesso meccanismo che, grazie all’utilizzo,
di false fatture ha permesso di veicolare ingenti somme di denaro dall’ Emilia verso la Repubblica Popolare Cinese: ammonta infatti a circa 1 milione di € l’importo che i due
imprenditori versavano su conti cinesi, indicando nella causale di trasferimento “saldo fatture” a favore di fornitori di fantasia.
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