‘Arancia meccanica’ a Renazzo, non ce l’ha fatta Cloe Govoni. Disposta l’autopsia
E’ durata cinque giorni la battaglia tra la vita e la morte per Cloe Govoni, l’84enne vittima di un crudele pestaggio nella sua casa assieme alla nuora Maria Humeniuc di 53 anni. Nella notte tra martedì e mercoledì l’anziana si è spenta. Non è bastato l’impegno dei sanitari dell’ospedale di Cona per mantenerla in vita, le sue ferite erano troppo gravi per essere curate. E ora i suoi carnefici dovranno rispondere dell’accusa di omicidio per Cloe e di tentato omicidio per Maria Humeniuc che sta lentamente mostrando segni di miglioramento. A Renazzo è il momento del dolore e del ricordo per una persona che ha dato tanto alla comunità. Era il 1963 quando aveva cominciato la propria attività di insegnante nella scuola parrocchiale, insegnando italiano, storia e geografia e, fino a quando era materia insegnata alle medie, anche di latino. Tutti la ricordano come una donna forte, determinata nella vita e nella professione e questo aveva fatto sperare a tanti che potesse superare anche questa sfida alla quale i malviventi l’hanno crudelmente sottoposta assieme alla nuora Maria Humeniuc. Con quest’ultima e suo figlio Andrea Ardizzoni viveva nella casa di via Lunga, diventata in pochi minuti sede di un orrore difficile da spiegare. La ricorda molto bene il parroco di Renazzo, don Ivo Cevenini (che nei giorni scorsi ha usato parole durissime nei confronti degli autori del delitto), il quale ha appreso della notizia mentre stava celebrando un funerale in un paese vicino: “Cloe era una donna splendida, colta, capace, che ha dedicato gran parte della sua vita all’insegnamento. La posso definire una ‘insegnante di una volta’, che è stata in grado di trasmettere valori agli alunni che hanno avuto la fortuna di assistere alle sue lezioni”. Il sindaco Piero Lodi si è stretto attorno alla famiglia e ha dichiarato che verrà indetto il lutto cittadino quando ci sarà l’ultimo saluto a Cloe, sul cui corpo è stata disposta l’autopsia per chiarire le cause del decesso e poter arrivare al più presto al processo che vedrà alla sbarra i due giovani rumeni, Leonard Veissel e Florin Constantin Grumeza, arrestati poco ore dopo il crimine commesso.