DANTEDÌ: CENTO E IL SOMMO POETA
Anche Cento, nel giorno della celebrazione dei sette secoli dalla sua scomparsa, vuole ricordare Dante Alighieri e lo fa con un legame letterario-simbolico fra la città e un’opera del sommo poeta: “La vita nova”.
Un’edizione molto rara dell’opera di Dante, probabilmente risalente al 1500, <<che era conservata nella biblioteca del filologo centese Gaetano Majocchi (1796-1837) nonno della scrittrice Jolanda Majocchi Plattis e compagno di studi di Giacomo Leopardi>> segnala l’assessore ai servizi bibliotecari Mariacristina Barbieri che aggiunge: <<un “Codice P” ritenuto fra i più significativi ‘testimoni’ della “Vita Nuova” di Dante>>.
Le testimonianze parlano di un “Codice P” o “Codice Majocchi” che fu utilizzato anche nel 1829 ma quasi cento anni dopo, nel 1832, di quella copia del volume contenuto nella biblioteca privata della famiglia Majocchi se ne perdono le tracce tanto che Jolanda, la nipote del filologo Gaetano, anche lei scrittrice e figura femminile di spicco a Cento (l’assessorato l’ha ricordata anche lo scorso 8 marzo, ndr) in un suo romanzo dal titolo “Sotto il paralume color di rosa” e dedicato al padre, figlio dello stesso filologo, esterna una sua preoccupazione al figlio Giovan Battista affinché anche lui conservi quello che c’è nella biblioteca di famiglia <<come un tempio>>.
Di quel volume, tuttavia, se ne sono perse definitivamente le tracce <<anche se noi auspichiamo il suo ritrovamento affinché il codice della “Vita Nova” possa ritornare ad essere un interessante studio per le future generazioni” chiude l’assessore Barbieri.
Jolanda Majocchi Plattis e suo figlio Giovan Battista