FRANCESCO BARALDI…L’AVVOCATO DEI DEBOLI
il 7 agosto del 1943 muore, presumibilmente in Ferrara (non si hanno conferme su dove sia avvenuto il decesso), Francesco Baraldi
Con l’aiuto prezioso di Andrea Gilli scopriamo chi era questo personaggio legatissimo al territorio….
Nato a Cento nel 1861 da una famiglia di piccoli proprietari terrieri e giovanissimo fece parte di quella schiera di intellettuali centesi sensibili alle idee sociali emergenti. Ancora studente, iniziò una vita sociale e pubblica molto attiva come componente del Consiglio Direttivo della Società Operaia di Cento e come fondatore e animatore del circolo Ugo Bassi che si proponeva di raccogliere, sotto il nome glorioso del martire centese, quanti in città fossero liberali democratici.
Collaborò anche alla fondazione del movimento cooperativo, creando la prima cooperativa del centese.
Trasferitosi a Ferrara per esercitare la professione d’avvocato, Baraldi difese, nel 1891 insieme ad alcuni colleghi fra i quali c’era Francesco Zanardi che diverrà poi primo sindaco socialista di Bologna, i lavoratori di Portomaggiore, arrestati durante uno sciopero.
Quel processo fu anche la spinta che fece aderire Baraldi alle nuove idee socialiste e, insieme ad Olindo Malagodi, iniziò a predicare la nuova dottrina in tutto il circondario di Cento.
Per la sua tenacia e per la sua onestà intellettuale, Baraldi divenne, ben presto, il leader carismatico del movimento operaio ferrarese.
Nel 1894 fu colpito dalla repressione del governo Crispi e fu arrestato con l’accusa di aver partecipato al congresso socialista di Reggio Emilia del 1893, giudicato dal governo un patto rivoluzionario.
Era ancora in carcere quando i socialisti centesi lo presentarono come loro candidato nelle elezioni politiche del 1895, ma fu battuto dal candidato moderato. Uscito dal carcere continuò il suo apostolato nelle campagne centesi, dove più dure erano le condizioni di vita del proletariato e divenne primo segretario della federazione centese dei circoli socialisti, che raggruppava i circoli di Cento, Pieve, S. Agostino, Bondeno e Poggiorenatico.
Dal 1905 al 1909, il Partito Socialista fu scosso da gravi scissioni e Baraldi si schierò contro il massimalismo dei sindacalisti rivoluzionari, ai quali rimproverava di non essere sensibili ai veri problemi dei lavoratori, aderendo alla linea riformista con, tra gli altri, Alda Costa e Amilcare Storchi.
Mentre Olindo Malagodi, suo primo compagno di fede, divenuto liberale, otteneva la carica di senatore del regno, Francesco Baraldi continuò la lotta a favore delle classi più deboli e quando conquistarono per la prima volta, nel 1914, quasi tutti i comuni della provincia e l’Amministrazione provinciale, fu eletto presidente di quest’ultimo Ente.
Scoppiata la guerra, pur dichiarandosi sempre contrario a qualsiasi forma d’intervento, si prodigò per alleviare le sofferenze delle famiglie dei richiamati.
Nel 1921 riuscì a strappare Giacomo Matteotti, giunto a Ferrara per dirigere la locale C.d.L., dalle violenze delle squadre di Balbo e questo gli procurò, durante tutto il ventennio, ostilità e violenze fisiche che culminarono con la distruzione, da parte dei fascisti, del suo studio.