L’ASSEDIO ALLA CITTA DI CENTO
Era il Giugno del 1443 la Rocca era circondata da oltre 3000 cavalieri e più di 300: Cento era posta sotto assedio!
Cosa era successo?
Nel 1438 i Bolognesi, stanchi di dipendere dallo Stato Pontificio, si rivolsero a Filippo Maria Visconti, Duca di Milano, il quale inviò il capitano Niccolò Picinino che sconfisse le armate pontificie e conquistò anche i Castelli di Cento e della Pieve.
Quando il Picinino tentò di usurpare il Governo di Bologna per mezzo del figlio Francesco, i Bolognesi si ribellarono ed arrestarono Francesco e lo misero in catene.
Fu allora che Niccolò cercò di vendicarsi mandando, nell’anno 1443, le armate del suo luogotenente Luigi del Verme su tutti i Castelli del bolognese.
Il conte arrivò nel bolognese con un’armata composta di oltre 3000 cavalieri e più di 300 fanti e nella giornata della vigilia di pentecoste (8 Giugno del 1443) dispose le truppe intorno alla Rocca di Cento e la strinse d’assedio, minacciando di mettere a sacco e ferro e fuoco tutto il Paese.
Ma i Centesi accorsero in massa e ne sostennero l’impeto, e proprio ai piedi della Rocca, avvenne il primo duro scontro con morti e feriti da entrambe le parti.
I Centesi sostennero l’urto della battaglia per quattro ore, con l’arrivo della notte, sentendo che non avrebbero potuto reggere ulteriormente, si rivolsero a Dio, alla Vergine e a San Michele e San Biagio, patroni della loro città.
La tradizione e le cronache antiche sostengono che in questo momento apparve in cielo un esercito capitanato da San Michele e che si udì forte una voce celeste ripetere “volta…volta”: fu questo miracoloso evento a terrorizzare i nemici ed infondere nuovo coraggio alla popolazione in armi che, con un impeto inarrestabile, riuscì a far indietreggiare i nemici verso la campagna e a riconquistare la Rocca. La mattina di Pentecoste il conte dal Verme definì le condizioni di pace con il consiglio riunito appositamente e le truppe lasciarono la terra di Cento.
La memorabile vittoria fu attribuita dalla popolazione all’apparizione miracolosa di San Michele; per ricordare tali fatti, dall’anno seguente, fu determinato che nel dì di Pentecoste, detta Pasqua Rosata, si andasse processionalmente alla Chiesa dedicata a S. Michele per cantarvi la Messa solenne (tale chiesa era incorporata nel Palazzo Comunale, attuale Municipio) in ringraziamento al Dio degli eserciti e si scegliessero alcuni dei più valenti ed esercitati corsieri a gareggiare insieme nel corso. Al primo cavallo vincitore sarebbe stata donata una certa quantità di damasco (il palio) ed al secondo uno stocco e due speroni.
con il naso all’insù:
Un affresco di epoca imprecisata sotto i portici di Corso Guercino all’altezza del numero civico 26 ricorda il fatto storico.
Alla base dell’affresco un pannello in legno raccoglie una iscrizione che descrive l’accaduto puntualizzando che fu un’apparizione di San Michele Arcangelo a dare la forza e la determinazione ai centesi per vincere l’esercito visconteo
MCDXLIV ALLI 8 ZUG IL GIORNO DI PASCA RUSATA IL CONTE ALFONSO DAL VERME CON L’ESSERCITO INTRÒ DENTRODI CENTO PER LA ROCCHA E PER LA PORTA PER METTERE CENTO A SACCO ET AMAZORNO HUOMINI VINTISETTE DELLA TERRA ET VENERO FIN QUI DRITTO ARMATI TUTTI E LE GENTI CH’ERANO QUATROMILLA PERSONE, ET INVOCATA LA VERGINE MARIA E SAN MICHELE ARCANGELO UDIRONO UNA VOCE DAL CIELO CHE DISSE VOLTA VOLTA, ET ALLORA LI HOMINI DI CENTO CAMBATTERONO, ET ROMPENDOGLI NE AMAZARONO, ET HEBBERO GRANDISSIMA VITTORIA PER MEZZO DELLA QUALE SINCOMENCIÒ A CORRERE IL PAGLIO CHE SIN AL PRESENTE SI CONTINUA. FU RINOVATA ALLI 22 MAGGIO 1686 INDI DI NUOVO ALLI X LUGLIÒ MDCCLXXXXV
l’affresco e il sottostante pannello sono stati restaurati nel 1994 da Francesca Agostini, il restauro è stato finanziato dall’Associazione Culturale Artecento (famè zenteisa n° 34 natale 1994 pag 11)
Si ringrazia Andrea Gilli per il contributo storico