QUASI (100) ANNI DEL PARCO DELLA RIMEMBRANZA
L’11 Novembre del 1925 data, non casuale, venne scelta perché anniversario di nascita di re Vittorio Emanuele III, si ebbe l’inaugurazione del Parco della RimembranZA (non delle rimembranZE come spesso viene chiamato).
E’ un Andrea Gilli particolarmente ispirato che ci porta, oggi, a conoscere uno dei giardini pubblici più grandi e frequentati della città.
Sorti in tutta la penisola su idea di Dario Lupi, sottosegretario alla Pubblica Istruzione, ai Parchi della Rimembranza e agli alberi che vi sarebbero stati piantati venne affidata la memoria dei caduti della prima guerra mondiale, la “Grande Guerra”.
Nel mese di Dicembre del 1922, con una lettera ai Regi Provveditori agli Studi, il sottosegretario Dario Lupi invita a costituire comitati esecutivi che si occupino di creare “in ogni città, in ogni paese, in ogni borgata, la Strada o il Parco della Rimembranza”; in accordo con le amministrazioni comunali, che devono individuare le aree in cui, “le scolaresche d’Italia si facciano iniziatrici dell’attuazione di una idea nobilissima e pietosa”, cioè piantare un albero per ogni militare caduto. I membri della giunta comunale centese, approvano la formazione dei comitati preposti nelle sedute del mese di febbraio del 1923; i lavori iniziano il 10 marzo di quell’anno “nella zona di terreno fra la stazione e la porta Rocca”. A onor del vero un altro terreno, di proprietà Biagio Oppi e sito nei pressi del Cimitero comunale, era stato indicato come luogo ideale per far sorgere il parco ma la vicinanza delle scuole fece optare il sindaco per quel luogo che già era stato giardino pubblico. L’inaugurazione del Parco della Rimembranza è avvenuta l’11 Novembre 1925, accanto ad ogni albero era affissa una targa con il nome di un caduto della Grande Guerra per debito di riconoscenza dei concittadini ai caduti per la patria. Un albero ed una targa diventarono semplice cenotafio testimoni della “pietas” civica; oggi di quelle targhe non c’è più traccia, non è dato sapere quando siano state tolte.
Nel 1946 su proposta dell’assessore Renato Maria Alberghini venne fatta costruire al centro del parco una fontana che è rimasta fino agli anni ’90, anno in cui si ebbe una completa ristrutturazione del parco, investimento di 190 milioni che comportò la costruzione del muretto di protezione utenti dal traffico vicino, il rifacimento dei vialetti, l’inserimento di nuovi arredi e la creazione di una zona attrezzata a giochi.
Nel 1961 Carla Sabatina Iberite aprì e gestì poi, per ininterrotti 55 anni, un bar gelateria, tant’è che sono in molti quelli che ancora oggi, dopo la prematura morte della titolare (9 agosto 2016) e la demolizione del chiosco avvenuta (dicembre 2018 in contemporanea con l’eliminazione dei “ripari verdi”, arbusti, cespugli, alberelli e siepi, voluta dal sindaco toselli) chiamano il parco “I giardini della Carla”.
Il 24 Novembre del 1996 all’interno del parco, per volontà del “Gruppo di preghiera Padre Pio di Cento”, è stato inaugurato e benedetto il Monumento a Padre Pio, opera realizzata dall’artista Salvatore Amelio.
IN CHE STATO VERSA ORA IL PALCO ALL’ALBA DEI SUOI 100 ANNI?
Il parco in questi ultimi 20 anni ha visto cambiare le frequentazioni fino ad arrivare a parlare di criminalità, spaccio e prostituzione, ha subito un degrado costante e continuo nell’ indifferenza totale delle istituzioni, ci sarebbe tanto da fare… alberi secolari rovinati da sconsiderate potature altri secchi e scorticati, vialetti sconnessi e a tratti mancanti (neanche è previsto il ripristino dove la pavimentazione è stata tolta per lo scavo messa in opera condutture nuovo impianto elettrico), area ex bar gelateria una discarica, scivolo per bambini privo da anni di manutenzione e quindi mancante di protezioni e accessori per dirlo in breve pericoloso… dopo anni di progetti di riqualificazione anzi di “’rifunzionalizzazione quale nuovo luogo di socializzazione e aggregazione urbana” si è arrivati ad un progetto esecutivo da 116 mila euro che prevede una nuova illuminazione, già in funzione da mercoledì 30 Ottobre u.s. (2024), l’implementazione di un sistema di videosorveglianza.
E la promessa di iniziative pubbliche di animazione a carattere culturale, in poche parole tanto fumo e niente arrosto che comparve su tanti programmi elettorali che abbiamo tutti letto nelle ultime amministrative che fine ha fatto? Sarebbe bello che Accorsi e la sua Giunta mantenessero quanto avevano detto in epoca pre-elettorale su quella particolare area.