Un Disegno Per Opporsi Con Coraggio Alla Violenza Sulle Donne
Dall’inizio del 2015 in Italia sono state assassinate 104 donne (fonte la 27esima ora) … e l’anno non è ancora finito! Nella violenza sulle donne, il problema è trasversale per età, provenienza, categorie socio-economiche.
Se assumiamo che la maggior parte delle violenze sulle donne si consumano in ambito familiare e nel rapporto di coppia, esiste allora un fattore culturale che pesa come un macigno sulle donne?
Esiste quindi un problema nel rapportarsi reciprocamente all’interno della coppia uomo/donna o genitori/figli?
Quale può essere la chiave di contrasto alle violenze nei rapporti amorosi/famigliari? E’ la lotta di potere? Sono gli stereotipi di genere?
Il rapporto a due non può basarsi su potere e controllo, E’ necessario attuare un cambiamento concettuale che svincola la favola dell’ ”eterno amore”, a individualità che decidono liberamente di unirsi per portare avanti un progetto comune di vita.
Siamo una società in cui è ancora piuttosto evidente la cultura dove l’uomo ha un ruolo di potere predominante, sia in ambito professionale che familiare, che gli permette libertà di vita anche perché alle sue spalle c’è sempre una figura femminile, mentre la donna deve trovare il tempo per sopravvivere tra casa e lavoro. Questo anche laddove non c’è violenza!
Disarmanti i dati messi in evidenza dalla seconda edizione di Rosa Shocking, sondaggio di Ipsos Italia, da cui emerge che gli stereotipi di genere continuano silenziosamente a modellare gli atteggiamenti generali di uomini e donne, fino a giungere a plasmare un’indulgenza verso i maltrattamenti. «A volte succede per troppo amore, oppure perché loro sono esasperanti, ci provocano, e allora scatta il raptus», a pensarla così è un italiano su cinque, rivela la ricerca, aggiungendo che proprio i 18-29enni tendono a giustificare in molti casi la violenza.
Cosa c’è che non va? Perché su 7 milioni di donne vittime di violenze, solo l’11% trova il coraggio di denunciare? Nonostante l’impegno di investimento economico in prevenzione e contrasto, nonostante la comunicazione sia aumentata, nonostante le iniziative istituzionali e di associazioni impegnate siano più che raddoppiate.
Allora forse anche la battaglia contro la Violenza verso la Donna ha bisogno di un salto di qualità perché anche abbattere gli stereotipi di genere è un obiettivo da porsi, come pure cambiare il modo mediatico di rappresentazione. Basta al sensazionalismo del dramma, che alimenta solo gli stereotipi! Basta al voyeurismo dei corpi massacrati, allo sfruttamento mediatico del dolore di donne che hanno solo bisogno di essere sostenute e aiutate!
C’è bisogno di parlare di risultati, di obiettivi raggiunti, di unione di forze, di valori di parità e rispetto reciproco uomo-donna.
C’è bisogno che chi denuncia senta al suo fianco la giustizia, con pene certe e proporzionate alla violenza subita, anche in caso stalking.
C’è bisogno di certezza e correttezza: dal mondo istituzionale, dal mondo legislativo, dal mondo della comunicazione, dalla società e da tutto quel mondo che giorno dopo giorno ci circonda e che per primo va educato e accompagnato verso un percorso di rispetto ai ruoli di genere.
Sabato 28 novembre saremo in piazza, per chiedere ai cittadini di dare un contributo attraverso il disegno, il modo più antico di comunicare dell’essere umano. Disegno, parole, frasi, colori, per dare un messaggio di solidarietà e amore, di voglia di cambiare, per aiutare chi sta cercando di trovare la forza per denunciare le violenze subite o viste, per insegnare a cambiare.
Ringraziamo tutte le associazioni che hanno accettato l’invito ad aderire a questa iniziativa: Centro Donne Giustizia, Amnesty, ANPI Sezione “Vittorio Falzoni Gallerani” di Cento, Spi-Cigl, Coordinamento Donne Spi-Cgil, Libera Presidio del Centopievese, CISL Ferrara.